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Giovedì 28 Maggio 2020
L'APPLICAZIONE ANTI-COVID
Mentre in Italia dilaga la “psicosi” dell’App Immuni con notizie improvvisate e allarmanti sulla violazione dei nostri dati personali – il Garante della privacy, Antonello Soro, ha dato parere favorevole alla norma sull’applicazione Immuni, precisando che ha tutti i caratteri del rispetto delle norme sulla privacy, a partire dalla garanzia sulla periodica cancellazione dei dati (15 giorni) e il cui termine ultimo rimane il 31 dicembre –, il presidente dell’Aiart, Giovanni Baggio, interviene con una nota nel dibattito che sta dividendo giuristi, politici e giornalisti.
“La recente pubblicazione di parte del ‘codice sorgente’ e la documentazione tecnica dell’App Immuni da parte della Presidenza del Consiglio e del ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione – sottolinea Baggio – contribuisce a una maggiore chiarezza circa il funzionamento dell’App e costituisce un positivo tassello per la scelta consapevole dell’utente”.
“Come associazione dei cittadini mediali – continua il presidente Aiart – auspichiamo comunque che l’attenzione sui profili di sicurezza dell’App Immuni possa aiutare anche a diffondere e radicare una cultura della privacy nella nostra società”.
Per Baggio “c’è una vera e propria App mania nel nostro Paese e un numero notevole di crimini informatici su cui nessuno sa molto”. “Prevenire attraverso un processo educativo efficace – precisa – è la migliore forma di gestione della parola privacy. Considerare il diritto alla privacy un lusso significa ignorare la Costituzione Italiana e i diritti fondamentali che presiedono la nostra convivenza... anche digitale”, conclude il presidente Aiart.
“La recente pubblicazione di parte del ‘codice sorgente’ e la documentazione tecnica dell’App Immuni da parte della Presidenza del Consiglio e del ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione – sottolinea Baggio – contribuisce a una maggiore chiarezza circa il funzionamento dell’App e costituisce un positivo tassello per la scelta consapevole dell’utente”.
“Come associazione dei cittadini mediali – continua il presidente Aiart – auspichiamo comunque che l’attenzione sui profili di sicurezza dell’App Immuni possa aiutare anche a diffondere e radicare una cultura della privacy nella nostra società”.
Per Baggio “c’è una vera e propria App mania nel nostro Paese e un numero notevole di crimini informatici su cui nessuno sa molto”. “Prevenire attraverso un processo educativo efficace – precisa – è la migliore forma di gestione della parola privacy. Considerare il diritto alla privacy un lusso significa ignorare la Costituzione Italiana e i diritti fondamentali che presiedono la nostra convivenza... anche digitale”, conclude il presidente Aiart.