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Giovedì 28 Novembre 2019
di Guido Vitiello
Essi vivono. D’accordo, l’AgCom, il bilancino televisivo, i minutaggi, le cento ore di Salvini, tutte cose serissime, figuriamoci se può prenderle sottogamba un vecchio pannelliano come me. Ma proviamo ad allargare lo sguardo su un panorama più vasto. C’è un paese lontano in cui lo sfascio della sfera pubblica non è avvenuto solo per il dilagare di un autocrate, ma anche per il dilagare del caos. Sotto la regia di Vladislav Surkov, eminenza grigia di Putin, la televisione di Stato russa divenne tutta un andirivieni di mattoidi
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