Enea Piccinelli (1996-2004)

Il 1° ottobre del 1996, l’Assemblea del Coordinamento delle associazioni per la comunicazione (presieduta da Pier Giorgio Liverani) elegge all’unanimità l’avvocato Enea Piccinelli “pro segretario generale ad tempus” del Copercom, con intesa che ai fini esterni  e nell’interesse del Copercom il “pro segretario” sarà indicato come segretario generale. La dizione “pro segretario ad tempus” è resa necessaria per ovviare alla norma statutaria (art. 7, secondo comma) che prevede l’incompatibilità tra l’incarico di segretario generale con quello di presidente di una delle associazioni aderenti al Copercom (Piccinelli è presidente di Aiart dal 1990).

Nella riunione del Comitato dei presidenti del 27 novembre 2000, con all’ordine del giorno il rinnovo delle cariche del Copercom, il segretario generale, Enea Piccinelli, ricorda come in questi tre anni con molte difficoltà e con mezzi poveri, soprattutto umani, è stato possibile raggiungere qualche tangibile risultato: quali, primo fra tutti, una sempre maggiore coesione fra le associazioni e una più elevata consapevolezza dell’importanza delle comunicazioni sociali e della necessità di operare per accrescere le conoscenze e la capacità critica di giovani e adulti.

Il programma approvato tre anni fa, e annualmente rivisto e aggiornato, è stato quasi completamente realizzato, fatta eccezione di un punto: quello dello studio di una campagna di denuncia dei danni che violenza e volgarità arrecano ai minori e ai labili. Uno studio sulla cui opportunità non tutti sono stati d’accordo, ma della cui necessità Piccinelli si dice più che mai convinto, anche se rimane da stabilire chi dovrebbe prenderne l’iniziativa e gestirla.

Piccinelli ricorda come, dell’attuazione degli altri punti programmatici, presidenti e delegati siano stati puntualmente e periodicamente informati e come su di essi si sia ampiamente discusso nelle varie riunioni, aggiungendo solo – a complemento della circolare informativa recentemente inviata – che due gruppi di studio di giuristi cattolici hanno iniziato a studiare le problematiche connesse alla sistematica disapplicazione delle leggi, poste a tutela dei diritti della persona nel campo della comunicazione sociale e della loro interpretazione riduttiva e alle possibili iniziative sul piano legislativo; si è riusciti a far apportare in questi giorni ulteriori positive modifiche all’articolo 11 del ddl 1138 del Senato sulla tutela dei minori.

Piccinelli si sofferma poi su alcuni punti salienti del programma e, in primo luogo, sull’attuazione del progetto di Cooperazione associativa, ricordando le decisioni prese dal Comitato e dalla Giunta sulla base delle quattro riunioni interassociative tenutesi nei mesi scorsi.

Riferisce sullo stato di attuazione del progetto e, in particolare, su:

  • il potenziamento del sito Copercom, in fase di avanzata attuazione;
  • la predisposizione di una proposta (che illustra) la cooperazione fra i periodici associativi e che – se approvata – verrà resa subito esecutiva;
  • i contatti e gli approfondimenti che si sono resi necessari per realizzare un programma per la formazione di formatori e per la collaborazione interassociativa, volta a realizzare iniziative di educazione alla comunicazione sul territorio.

Per quanto concerne, infine, il programma formativo, si sofferma sul Corso di formazione a distanza, tenuto direttamente dal Coordinamento, sulle ragioni che hanno indotto a realizzarlo (anche se non è questo il compito del Coordinamento) e sui risultati conseguiti. E comunica che oltre duecento partecipanti al corso si sono dichiarati disponibili a svolgere attività di educazione alla comunicazione: i loro nomi saranno comunicati alle associazioni di appartenenza.

Si tratta ora di passare alla seconda fase, volta a realizzare un’azione organica e continuativa per la formazione di formatori e ad una vera comunicazione fra le associazioni “sul territorio” al fine di rendere possibile una vasta, se pur graduale, azione di educazione alla comunicazione. Premessa di essa è stata la raccolta dei dati sulle iniziative delle associazioni aderenti al Copercom nel campo della cultura e della educazione alla comunicazione.

Illustra poi le proposte del Med per la realizzazione sia della raccolta dei dati sulle iniziative e sulle attività formative delle associazioni nel settore della comunicazione sociale e sottolinea la necessità che venga anche studiata la possibilità di ulteriori iniziative di formazione a distanza.

Per quanto concerne, poi, la collaborazione sul territorio, ricorda le richieste che sono state effettuate dalle associazioni negli incontri interassociativi e nell’ultima riunione del Comitato e chiede proposte su come realizzarle. In particolare, se sia giunto il momento di costituire i Comitati regionali, previsti dallo Statuto e quali associazioni sono disponibili a svolgere l’azione educativa “sul territorio” con la fattiva cooperazione operativa di tutte le altre.

Piccinelli richiama poi l’attenzione del Comitato su:

  • l’azione volta a creare sinergie e collaborazioni fra i giornali per ragazzi;
  • la proposta di un seminario (e successivamente di un convegno?) sulla violenza nella comunicazione, sulle carenze e le assenze educative e sulla pedofilia come minaccia all’infanzia (titolo provvisorio). Una proposta dell’Acr alla quale hanno aderito 13 associazioni (alcune non aderenti) e il Forum delle famiglie. Una proposta che va subito esaminata.

Sempre sul piano educativo, dopo l’approvazione del Contratto di servizio Rai, della Risoluzione della Commissione bicamerale per l’infanzia e, soprattutto, del nuovo articolo 11 del ddl 1138, che prevedono espliciti obblighi in tal senso, conclude il segretario generale, “bisognerà tornare a richiedere la sistematica e non occasionale diffusione da parte della Rai e di altre emittenti di messaggi di sensibilizzazione e di programmi di educazione alla comunicazione, problemi tutti che dovranno essere esaminati in sede di discussione del programma per il prossimo triennio. Compiti, tutti questi, dei nuovi organi esecutivi e dei quali bisognerà parlare dopo la loro elezione e in sede di approvazione del programma per il nuovo triennio”.

Il Comitato dei presidenti del 18 dicembre 2000 rinnova il Direttivo Copercom e Piccinelli viene eletto all’unanimità presidente per il prossimo triennio (il Comitato approva in questa riunione la modifica dello Statuto volta alla nomina del presidente del Copercom e alla soppressione dell’incarico di segretario generale).

Nella relazione conclusiva del suo secondo mandato (24 giugno 2004), Piccinelli ricorda come il Coordinamento in questi lunghi anni non abbia mai cessato, nonostante la carenza di mezzi umani e la esiguità di quelli materiali, di perseguire le finalità per le quali fu costituito. In particolare quelle volte alla tutela dei diritti della persona, della famiglia e di quelli dei minori nel campo della comunicazione e a promuovere iniziative formative di sensibilizzazione da parte delle associazioni. Con risultati che nessuno meglio dei componenti del Comitato dei presidenti è in grado di valutare. Così come nessuno meglio dei responsabili delle associazioni è in grado di conoscere quali siano state, nonostante gli sforzi profusi, le reali ragioni degli insuccessi, soprattutto nel campo del coordinamento delle iniziative di formazione e di educazione alla comunicazione.

Ben vengano a suo giudizio, quindi, le indicazioni del Direttorio delle comunicazioni sociali, perché solo l’Episcopato ha l’autorità necessaria di farsi ascoltare dalle associazioni. Se l’indirizzo in questa materia e la propulsione verranno affidati ad organismi extra associativi, le associazioni non potranno che prenderne atto.

Ben diverso invece il discorso sulla rappresentanza e la tutela, che le associazioni hanno il diritto-dovere di esercitare attraverso loro organismi rappresentativi e che quindi – per la sua natura – non può certamente essere affidata ad organi non appositamente delegati e non composti ed eletti da rappresentanti delle associazioni stesse. E tutto ciò, senza nulla togliere (anzi auspicando caldamente) l’indispensabile azione della Chiesa nel campo della fede e della morale.

Il Copercom ha seguito l’iter di tutti i provvedimenti normativi che potessero avere un qualche interesse ed è intervenuto ogni qual volta fosse necessario, studiando, preparando memorie illustrative ed emendamenti, intervenendo – non solo sul Governo – ma su tutti quei parlamentari di maggioranza e di opposizione che erano disposti ad ascoltare il Coordinamento e (in ogni sede di discussione: Commissioni e Aula, Camera e Senato) ottenendo tangibili risultati.

Un lavoro indispensabile perché non basta – anche se è importante – ottenere la presentazione di proposte di modifica da parte del Governo (così come non bastano gli uffici studi e gli esperti). Per ottenere risultati concreti sul piano parlamentare sono necessarie conoscenze specifiche degli argomenti in discussione e un lungo lavoro di preparazione e illustrazione delle modifiche proposte ai parlamentari e ai Gruppi in ogni fase della discussione. Infatti, come l’esperienza del Copercom e quella del Forum delle famiglie insegnano, anche i voti di parte delle minoranze possono essere determinanti per approvare le richieste formulate da chi rappresenta una parte dell’elettorato. Ad esempio, basterebbe citare non solo le votazioni sul disegno di legge sulla bioetica, ma proprio quelle sulla legge per il Riassetto radiotelevisivo, nella quale le modifiche più importanti in materia dei diritti della persona e dei minori sono state introdotte, non solo su proposta del Governo, ma anche dal relatore e da singoli parlamentari di maggioranza ed opposizione.

Come è altrettanto a tutti noto, prosegue Piccinelli, l’azione del Copercom non si è limitata, però, solo agli interventi in campo legislativo, ma si è rivolta anche al capo dello Stato o si è sviluppata in altre sedi – comprese quelle di Governo – come per la predisposizione dei testi dei codici di autoregolamentazione. Dal primo Codice “Tv e minori” (il c.d. Codice Prodi) a quello “Tv e minori” attualmente in vigore, alla cui stesura il Copercom ha concorso e nel quale sono state inserite molte proposte del Coordinamento. Un Codice che ha dato frutti positivi, anche per la felice scelta del presidente del Comitato di applicazione del Codice, e più ne dovrebbe dare a seguito dell’approvazione di alcune norme della legge sul “Riassetto radiotelevisivo”. Sino al Codice Internet@minori, il quale, nonostante tutti i tentativi svolti dal Copercom e le proposte presentate per garantire una adeguata tutela in questo settore, è assolutamente insufficiente. Ragione per la quale il Copercom ha richiesto al Governo l’urgente presentazione e approvazione di un’apposita disciplina legislativa.

Per tutelare i nostri diritti e i più deboli, continua Piccinelli, non bastano però nuove leggi. Bisogna farle rispettare. Il che, almeno nel campo delle comunicazioni, non è avvenuto per molto tempo. Un punto dolente e sofferto, questo, sul quale si e concentrata sempre di più l’attenzione del Copercom. Sia perché venisse iniziato il monitoraggio delle trasmissioni televisive che la legge, invano, ha affidato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sia, e soprattutto, per denunciare l’inerzia dell’Autorità competente.

In questi ultimi mesi, qualcosa finalmente ha iniziato a cambiare. La maggiore sensibilità dell’opinione pubblica e di parte del Parlamento e l’azione del Comitato di applicazione del Codice hanno portato, infatti, ad una graduale presa di coscienza da parte dell’Agcom dei suoi compiti e delle sue responsabilità. Rimane, però, aperto il problema dell’entità e della congruità delle sanzioni applicate e quello della possibilità di oblazione da parte delle emittenti, sollevato con forza dai rappresentanti del Copercom nel Cnu (Consiglio nazionale degli utenti).

L’esperienza di questi anni ha inoltre dimostrato che, per garantire la puntuale applicazione delle leggi, è però necessario anche l’intervento dei cittadini e delle loro associazioni, non solo con segnalazioni, ma anche con denunce e ricorsi all’autorità amministrativa e penale.

Una serie di studi e ricerche effettuate hanno accertato che ciò è possibile, a partire dal doveroso tentativo di far dichiarare l’incostituzionalità di alcuni incisi dell’articolo 4 della Legge Gasparri. E da quello di acclarare se alcune limitazioni alla tutela dei minori contenute nell’articolo stesso siano in contrasto con l’articolo 22 della Direttiva europea “Tv senza frontiere”.

È rimasto inoltre aperto il problema della puntuale applicazione da parte della Rai del contratto di servizio tra la Rai stessa e lo Stato. Su di essa il Copercom ha richiamato l’attenzione del ministro delle Comunicazioni e della Direzione generale della Rai, alla quale recentemente si è richiesto di costituire un organismo, fra le associazioni e l’ente televisivo, di confronto sull’applicazione del contratto di servizio.

In questo contesto, conclude Piccinelli, “ci vogliono energie nuove e più valide certamente delle mie, che almeno in parte sono state già trovate. Bisogna, quindi, impegnarle e potenziare il Coordinamento”.

A Piccinelli sono arrivati i messaggi di apprezzamento e di ringraziamento per l’opera svolta sia dal segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, sia dal direttore dell’Ufficio nazionale comunicazioni sociali, monsignor Claudio Giuliodori.

Negli ultimi sei mesi, fino alla elezione di Franco Mugerli a presidente (14 dicembre 2004), Pier Giorgio Liverani è stato coordinatore pro tempore. Quindi è stato un periodo di reggenza, ma di grande impegno.

Nel mese di settembre 2004 è stato pubblicato il documento “Comunicazione e missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa”. Nelle intenzioni della Cei, il “Direttorio” avrebbe dovuto prevedere la costituzione di una Consulta con l’ipotesi che parte delle attività del Copercom venisse assorbita dalla Consulta stessa.